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Fastidio Alla Gola Come Se Avessi Qualcosa?

Fastidio Alla Gola Come Se Avessi Qualcosa
Mi sento come se avessi qualcosa in gola potrebbe essere un sintomo di diversi problemi medici, come ad esempio infezioni alle vie respiratorie, reflusso gastroesofageo o problemi alla tiroide. Anche lo stress e le emozioni forti possono causare la sensazione di avere qualcosa in gola.

Quando il nodo alla gola deve preoccupare?

Quando preoccuparsi Se nonostante la sensazione è possibile mangiare e bere normalmente e senza dolore, in genere significa l’assenza di cause organiche e patologiche, ma più in generale il fastidio potrebbe aumentare con lo stress e le preoccupazioni in genere. I sintomi possono anche variare di giorno in giorno.

Cosa può essere un fastidio alla gola?

Le cause del mal di gola – La maggior parte delle volte, il mal di gola trova causa in malattie virali (come nel caso dei virus del raffreddore o dei virus influenzali ), ma a provocarlo possono essere anche agenti irritanti come lo smog, il fumo di sigaretta, il reflusso gastroesofageo o l’aria condizionata (in quest’ultimo caso l’infiammazione alla gola tende a essere passeggera).

  • Anche quando si è costretti a parlare troppo o troppo forte può verificarsi un episodio di mal di gola.
  • Meno frequenti sono invece le infezioni batteriche (in genere streptococciche) delle vie respiratorie che coinvolgono la gola e, talvolta, anche le tonsille, ma di solito non raggiungono i polmoni.

Sono proprio le faringiti di origine batterica quelle che possono dare origine a mal di gola ricorrenti o cronici. Si trasmettono per contagio aereo, in genere, oppure per contatto diretto di oggetti contaminati che poi vengono portati inavvertitamente alla bocca.

Come si vede le cause di questo fastidio possono essere molte, tuttavia è quasi sempre possibile risolverlo con rimedi semplici. MAL DI GOLA E RAFFREDDORE Il mal di gola di origine virale è, nella maggior parte dei casi, dovuto a virus del raffreddore (rhinovirus) ed è quindi accompagnato da altri sintomi tipici della sindrome da raffreddamento: occhi arrossati o che lacrimano, naso chiuso o che cola (secrezioni nasali), tosse secca o grassa e starnuti frequenti.

I virus del raffreddore si possono trasmettere per via aerea o toccandosi occhi o narici con mani che si sono appoggiate su superfici contaminate. Per questo i modi migliori per evitare il raffreddore e tutte le sue conseguenza è evitare il contatto con persone che l’hanno già preso e lavarsi bene le mani.

  1. La terapia consiste soprattutto in tanto riposo; inoltre è importante bere molto, per evitare la disidratazione,
  2. Per curare i fastidi è possibile ricorrere a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), in compresse ma anche in spray o pastiglie da sciogliere in bocca, gargarismi con acqua calda e sale, spray per la salute della gola, prodotti per la tosse, pastiglie balsamiche,

INFLUENZA E MAL DI GOLA Influenza e mal di gola vanno spesso a braccetto, e in tal caso saranno accompagnati da mal di testa, febbre alta, affaticamento, stanchezza, dolori muscolari e talvolta vomito. La patologia potrebbe poi presentare ulteriori sintomi associati, come difficoltà a deglutire, gonfiore dei linfonodi e simili.

  1. Non c’è una cura specifica per una gola irritata a causa di un virus, ma per accelerare la guarigione è bene riposarsi adeguatamente, seguire un’ alimentazione sana e bere in abbondanza per evitare la disidratazione,
  2. Sono inoltre utili farmaci antinfiammatori, come acido acetilsalicilico e altri anti-infiammatori non steroidei (FANS), in grado di alleviare il dolore e l’irritazione alla gola.

In caso di mal di gola virale, gli antibiotici non sono efficaci e, quindi, non vanno utilizzati. STREPTOCOCCO: MAL DI GOLA E FEBBRE I sintomi dei disturbi correlati a infezione batterica sono, in genere, più gravi e possono includere, mal di gola e febbre, gonfiore e arrossamento della gola stessa, perdita di appetito, mal di testa e produzione abbondante di muco nella cavità nasale,

L’infezione da Streptococco si diffonde attraverso il contatto diretto con una persona infettata e/o condividendo con questa oggetti personali. Sebbene sia più comune nei bambini dai cinque ai tredici anni, può presentarsi anche in età adulta. In tutti i casi in cui si sospetta un’infezione batterica è opportuno rivolgersi al proprio medico, il quale sulla base dei sintomi può valutare il caso.

Ma quando sospettare che il proprio mal di gola è dovuto a una causa batterica? In verità esiste un metodo per gli adulti, abbastanza semplice, che si basa sul calcolo di un punteggio. Considerando i seguenti sintomi, bisogna aggiungere un punto per ogni condizione presente:

Febbre alta (sopra i 38 gradi); Tosse assente; Linfonodi del collo gonfi e doloranti quando li si tocca; Tonsille gonfie o con placche.

Se poi si ha più di 45 anni, si sottrae un punto al totale. A questo punto se il punteggio ottenuto è uguale o maggiore a 2, è consigliabile rivolgersi al medico, negli altri casi il proprio mal di gola è dovuto con tutta probabilità a un virus. Per i bambini invece è sempre meglio sentire il pediatra.

Anche quando i sintomi non migliorano nel giro di pochi giorni, se la febbre rimane alta o compare uno sfogo cutaneo è opportuno andare dal proprio medico. Per essere certi che quella con cui si ha a che fare sia un’infezione da streptococco è sufficiente eseguire un tampone faringeo, che permette di identificare gli agenti patogeni responsabili dell’infezione della faringe,

I risultati delle analisi permetteranno di decidere se curare i disturbi con un antibiotico. Nel caso in cui lo streptococco in questione fosse quello responsabile della scarlattina, il mal di gola sarebbe associato anche a un rash cutaneo che dà prurito e che tende a risolversi in 3-4 giorni, a volte con desquamazione della pelle.

  • ALTRE CAUSE DI MAL DI GOLA Una gola arrossata e soprattutto dolente può essere causata anche da alcune cattive abitudini nello stile di vita, in particolare fumare,
  • Il fumo di sigaretta può facilmente intaccare il rivestimento mucoso della faringe e della laringe, provocando irritazione, arrossamento e dolore.

Inoltre il reflusso gastroesofageo (un problema che può finire anche per portare a una polmonite ) può causare a sua volta irritazione e dolore alla gola. In questo caso, la soluzione può stare sia in trattamenti medici specifici che in un cambiamento delle proprie abitudini, soprattutto alimentari.

  • MAL DI GOLA FORTE Nonostante i sintomi del mal di gola di origine batterica siano più intensi, anche questo disturbo generalmente si risolve spontaneamente, soprattutto grazie all’azione del nostro sistema immunitario.
  • Come per il mal di gola di origine virale è sufficiente trattare i sintomi.
  • Un mal di gola forte può destare qualche preoccupazione in più.

La scelta migliore è innanzitutto quella di utilizzare dei comuni farmaci per automedicazione, in grado di ridurre la sintomatologia associata e il mal di gola stesso. Nel caso in cui il problema persista, è bene invece rivolgersi al proprio medico, che saprà indicare come gestire il problema.

Lo stesso vale anche quando il mal di gola va avanti per più di 5-7 giorni: se dopo qualche giorno i sintomi non accennano a migliorare, è bene richiedere il consiglio del medico che valuterà il ricorso a un antibiotico, ma soltanto dopo aver eseguito degli accertamenti per individuare il tipo di infezione batterica e quindi scegliere l’antibiotico più adatto.

Per evitare lo sviluppo di resistenze che farebbero ricomparire il mal di gola con maggiore severità, è fondamentale che il paziente a cui è stato prescritto un trattamento con antibiotico porti a termine la terapia anche quando si sente meglio o i sintomi sono completamente scomparsi.

Infine, è bene rivolgersi al medico quando il mal di gola è associato a difficoltà respiratorie, di deglutizione o ad aprire la bocca, dolori articolari, mal d’orecchio, rash, febbre alta (superiore a 38 °C), sangue nella saliva o nell’espettorato, noduli a livello del collo o una raucedine che dura da più di 2 settimane.

SE SONO COINVOLTE LE TONSILLE A volte il mal di gola è causato da una tonsillite, ovvero un’ infiammazione delle tonsille che può essere provocata a sua volta da infezione di origine virale o batterica. In questo caso, oltre all’irritazione della gola si hanno tonsille gonfie, che possono presentare placche bianche,

Alito cattivo Febbre Cambiamenti di voce a causa del gonfiore Ghiandole linfatiche del collo ingrossate

Se la tonsillite è causata da un batterio allora verranno prescritti antibiotici. Se l’infezione è virale, gli antibiotici non servono a nulla: l’infezione deve fare il suo corso prima che il mal di gola si risolva. In entrambi i tipi di infezione, comunque, per accelerare la guarigione sarà d’aiuto:

Riposare il più possibile Bere molto Mangiare alimenti leggeri e morbidi (come gelati, dessert semifreddi e minestre) Evitare alimenti croccanti o piccanti Usare un vaporizzatore per umidificare l’aria

Contro il dolore possono essere utili analgesici e antinfiammatori come l’acido acetilsalicilico o altri anti-infiammatori non steroidei. Tali farmaci per automedicazione si possono somministrare liberamente, purché si rispettino i dosaggi e le indicazioni presentate nel foglietto illustrativo.

Come capire se è bolo isterico?

Sintomi – Come anticipato, il bolo isterico consta della sensazione di avere un costante groppo in gola, un qualcosa che ostruisce il passaggio e che porta, solitamente, a mal di gola e a preoccupazione da parte di chi ne è afflitto, che comincia a pensare che il disturbo possa essere conseguente a qualche grave disturbo.

  • In realtà, come già accennato, la sensazione di corpo estraneo in gola è spesso di matrice psicologica e la sua intensità aumenta con l’aumentare dell’ansia e della preoccupazione che l’evento stesso genera in chi ne è colpito.
  • Quando invece è conseguente ai disturbi dell’esofago, si potrebbe palesare anche la tanto fastidiosa tosse da reflusso,

Il sintomo più comune, legato al bolo isterico, risiede nella difficoltà di deglutizione che, in alcuni casi, potrebbe arrecare anche dolore, oppure a quella sensazione di avere sempre muco in gola,

Perché mi sento una cosa strana in gola?

Generalità – Il groppo in gola è un sintomo che si manifesta come la sensazione di corpo estraneo o massa a livello di faringe, laringe e/o porzioni cervicali dell’ esofago, Questo disturbo può rendere difficile o addirittura dolorosa la deglutizione,

Il groppo in gola è una manifestazione relativamente frequente, che può dipendere da varie condizioni patologiche. Tra le cause rientrano certi stati emozionali, reflusso gastroesofageo, malattie muscolari e lesioni nodulari del collo o del mediastino che causano la compressione dell’esofago. In qualche caso, la sensazione è percepita come un fastidio localizzato e può essere attribuibile a motivi del tutto banali (es.

tristezza, agitazione o nervosismo ); altre volte, il groppo alla gola è simile al soffocamento e segnala la necessità di un approfondimento medico.

Come eliminare nodo alla gola da reflusso?

Quali sono i trattamenti indicati? – Se il nodo in gola dipende dal reflusso, la terapia medica è basata su farmaci che annullano la secrezione acida gastrica. Generalmente si utilizzano i gastroprotettori (ad esempio gli inibitori della pompa protonica) a digiuno, prima di un pasto, e antiacidi dopo i pasti (come magaldrato, alginati).

Cos’è il bolo in gola?

Il bolo faringeo, è il termine usato quando una persona ha la sensazione di un groppo in gola, che può andare e venire e non interferisce con il mangiare ed il bere. Questo disturbo in molti casi è determinato dalla contrazione spastica della muscolatura faringea (mm.

  1. Cricofaringei) in risposta ad un effetto irritativo o infiammatorio legato spesso al reflusso gastrico.
  2. Vi è quindi un problema con il coordinamento dei muscoli coinvolti nella deglutizione, fondamentale affinché la stessa si verifichi normalmente,
  3. Tuttavia, quando il cibo viene ingerito, stimola i muscoli in modo diverso, ed il normale rilassamento muscolare, si verifica.
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Un’altra causa può essere una ridotta Clearance esofagea, cioè la peristalsi, un particolare movimento, dal basso verso l’alto, attuato da alcuni muscoli della parete dell’esofago, con lo scopo di pulirlo in senso verticale da eventuali residui di cibo durante e dopo il pasto.

  1. Possono esserci anche delle onde transitorie di pulizia tra i pasti.
  2. Il nervo vago (sistema nervoso parasimpatico) aumenta la peristalsi mentre il sistema nervoso simpatico la fa allentare, per cui la peristalsi è un gioco costante di simpatico-parasimpatico.
  3. Alla luce di ciò è facile capire come una distonia (disequilibrio) del sistema nervoso vegetativo posso portare, a volte, anche al disturbo del bolo faringeo.

In molte persone, lo stress, soprattutto in quelle particolarmente ansiose, può scatenare la sensazione del bolo o peggiorare i sintomi (veniva chiamato infatti bolo isterico). Fumare e avere molto muco nel naso che scende nella parte posteriore della gola (noto come rinorrea posteriore), potrebbe inoltre, aumentare i sintomi della sensazione del bolo.

Non interessa l’attività del mangiare o bere e, di fatto, in alcune persone, i sintomi possono essere alleviati, proprio con il mangiare o il bere. Non vi è alcun dolore solitamente presente nella gola. La sensazione del bolo, deve essere distinta dal sintomo diverso e separato, noto come disfagia. La disfagia è quando c’è un ritardo nel passaggio dei liquidi o dei solidi dalla bocca all’esofago e allo stomaco.

Per capire bene la differenza dalla disfagia, nel bolo non si ha generalmente alcun problema quando si mangia o si beve. Inoltre, la disfagia può essere costante e può peggiorare gradualmente nel corso del tempo, mentre i sintomi della sensazione del bolo, tendono ad andare e venire.

Come capire se il mal di gola e da reflusso?

Muco in gola da reflusso Chi ne soffre riporta la sensazione di muco, o catarro, costante in gola, che non passa nemmeno raschiando la gola ripetutamente. La spiacevole sensazione di ostruzione a livello faringeo passa solo con colpi di tosse ripetuti.

Che cosa sono i noduli alla gola?

Risorse sull’argomento Polipi, noduli e granulomi delle corde vocali sono neoformazioni non cancerose (benigne) che causano raucedine e voce bisbigliata. I noduli delle corde vocali interessano entrambe le corde vocali e sono causati principalmente da trauma cronico alle corde vocali dovuto al fatto di urlare, cantare o gridare oppure usare una frequenza bassa innaturale abitualmente.

Qual è il miglior antinfiammatorio per il mal di gola?

Farmaci antinfiammatori per il mal di gola: l’ibuprofene › Bruciore, irritazione, spesso dolore e talvolta febbre. Quando il mal di gola non dà tregua, è necessario intervenire con rimedi ad hoc che contemplino prodotti indicati, come ad esempio farmaci a base di ibuprofene, per ottenere un’azione prolungata.

Antinfiammatorio, che agisce a lungo sull’infiammazione; Analgesico, che riduce il dolore.

Il rimedio sistemico, da assumere per via orale, possiede un principio attivo specifico e raccomandato per il trattamento del mal di gola. Il suo effetto è mirato e prolungato nel tempo. Applicare disinfettanti o assumere che svolgano un’azione antisettica sono rimedi pratici e rapidi.

Bere molto. L’idratazione delle mucose è importante per alleviare la sensazione di bruciore che attanaglia la gola quando l’infiammazione è acuta. Fare gargarismi. Si tratta di un altro gesto che va ad integrare l’azione idratante svolta dai liquidi che ingeriamo. È possibile infatti risciacquare il cavo orofaringeo con una soluzione a base di acqua e sale, per un’azione anche naturalmente disinfettante. Riposare. Quando si soffre di mal di gola è difficile riposare bene perché il fastidio si prolunga anche la notte. Ma è necessario, sia al livello fisico che vocale, per favorire la regressione dei sintomi. Igienizzare. Una buona abitudine, quando si vuole evitare il contagio, è quella di lavarsi spesso le mani e cambiare di frequente gli asciugamani, che sono ricettacolo di germi e batteri.

: Farmaci antinfiammatori per il mal di gola: l’ibuprofene

Quando deglutisco mi dà fastidio la gola?

Generalità – La faringite, o mal di gola, è l’infiammazione a carico della faringe, Situata nella parte posteriore della bocca, la faringe è un canale muscolo-membranoso che consente al cibo di imboccare la via dell’ esofago, La faringite può essere dovuta a cause diverse, tra cui virus (principali responsabili), batteri, allergie, risalita di succo gastrico dallo stomaco ecc.

Quali sono i sintomi di un ernia iatale?

Ernia iatale: in cosa consiste e che sintomi ha – Cosa si intende per ernia iatale? « Ci sono alcuni pazienti con i tipici sintomi del reflusso che presentano solo un’incompetenza dello sfintere esofago-gastrico cioè una debolezza della valvola presente tra esofago e stomaco.

  1. Più spesso, a questa incompetenza si associa la risalita sopra il diaframma di una porzione più o meno grande dello stomaco che prende appunto il nome di ernia iatale – spiega il prof. Bona -.
  2. Questa risalita comporta la perdita anatomica di un angolo, detto angolo di His, facilitando così l’insorgenza del reflusso e la comparsa dei sintomi associati.

I sintomi si distinguono in:

sintomi tipici sintomi atipici

Il bruciore retrosternale o pirosi e il rigurgito di materiale acido si classificano come sintomi tipici, mentre il dolore toracico (che può simulare un infarto cardiaco), la tosse, l’asma, le bronchiti ricorrenti, la raucedine, il senso di nodo in gola come sintomi atipici.

Quanto tempo ci vuole per far passare il reflusso?

5. Quanto dura generalmente il bruciore di stomaco? – La durata del bruciore di stomaco varia da persona a persona. Se il bruciore di stomaco è causato da un determinato cibo, in genere i sintomi spariscono quando il cibo in questione viene digerito. Per alcune persone il dolore bruciante sparisce dopo pochi minuti, ma non è la regola e per altre persone può durare anche diversi giorni.

Come si fa a capire se si ha un tumore alla gola?

Tumore laringe faringe: sintomi, prevenzione, cause, diagnosi I tumori della faringe e della laringe, assieme ai tumori di cavo orale, ghiandole salivari, cavità nasali e seni paranasali, rientrano tra i tumori delle vie aerodigestive superiori (VADS) e fanno parte dei cosiddetti tumori della testa e del collo,

  • La faringe è un canale cilindrico lungo circa 15 centimetri, posto tra cavità nasale, bocca ed esofago.
  • Consente la progressione del bolo alimentare dalla bocca verso l’esofago e il passaggio dell’aria, opportunamente umidificata e scaldata, da naso e bocca verso la trachea.
  • La faringe è divisa in tre porzioni: nasofaringe (o rinofaringe), orofaringe e ipofaringe,

L’orofaringe è la parte di faringe in continuazione con la parte posteriore della bocca; include la base della lingua, il palato molle, l’arco delle tonsille e la parte posteriore della cavità della bocca stessa. L’ipofaringe è la porzione della faringe che prosegue con l’esofago.

  1. La laringe è un organo dell’apparato respiratorio lungo circa 12 centimetri che collega la faringe con la trachea.
  2. Ha una struttura cartilaginea rivestita al suo interno da una mucosa.
  3. La parte superiore della laringe è chiusa dall’epiglottide, una valvola di cartilagine situata tra le vie aeree e digestive: quando è aperta, avviene la respirazione, quando è chiusa, avviene la deglutizione.

In questo modo si evita che il cibo finisca nella trachea. La laringe ospita le corde vocali, organo fondamentale della fonazione. L’oncologa Laura Locati parla dei tumori della laringe e della faringe e fa il punto sui progressi della ricerca su queste malattie.

Nel mondo i tumori della faringe e della laringe rappresentano il 4 per cento circa di tutte le neoplasie maligne diagnosticate negli uomini e l’1 per cento di quelle riscontrate nelle donne. In Italia si contano circa 2.800 nuovi casi l’anno di tumore della laringe tra gli uomini e 500 tra le donne,

I tumori della faringe hanno un’ incidenza simile nelle donne e leggermente inferiore negli uomini, ma mortalità più elevata rispetto ai tumori della laringe ; in Italia si registrano circa 2.250 nuovi casi l’anno per gli uomini e 650 per le donne. Il tumore del nasofaringe è molto raro in Italia : ha un’incidenza annuale di 1 caso ogni 100.000 persone, con tassi più elevati nei pazienti di età superiore ai 65 anni.

Considerando l’insieme dei tumori del distretto testa-collo, in Italia ogni anno si registrano circa 7.500 nuovi casi tra gli uomini e 3.000 tra le donne: sono complessivamente al quinto posto delle neoplasie più diffuse. La prevalenza (cioè il numero di persone in vita alle quali è stata diagnosticata la malattia) è di oltre 100.000 casi.

I principali fattori di rischio per i tumori della laringe e della faringe sono il fumo di sigaretta e il consumo di alcol : il 90 per cento circa dei pazienti affetti da queste neoplasie fuma e beve. Fumo e alcol hanno un’azione sinergica : l’assunzione combinata di tabacco e alcol moltiplica infatti il rischio di sviluppare uno di questi tumori.

  • Negli ultimi vent’anni si è osservato un aumento dell’ incidenza di tumori orofaringei nei giovani,
  • È stato dimostrato che queste neoplasie non sono associate al consumo di alcol e di tabacco, ma all’infezione da Papilloma Virus ( HPV, Human Papilloma Virus), lo stesso agente responsabile del cancro della cervice uterina, trasmesso in questi casi per via sessuale e in particolare con i rapporti orali.

I tumori nasofaringei invece possono essere associati al virus di Epstein-Barr (EBV), l’agente patogeno che causa la mononucleosi e altre forme oncologiche come i linfomi. L’età media alla diagnosi di un tumore della faringe è di 64 anni e il 95 per cento di questi tipi di tumori insorge dopo i 40 anni.

  • Il cancro della laringe colpisce soprattutto le persone di età superiore ai 55 anni.
  • I tumori delle vie aerodigestive superiori sono più frequenti nei maschi che nelle femmine.
  • Il 95 per cento dei tumori della laringe e della faringe ha origine dalle cellule epiteliali che rivestono questi organi; il restante 5 per cento, dagli altri tessuti presenti nel distretto, per esempio ghiandole (adenocarcinomi), tessuto muscolare o connettivale (sarcomi), o da tessuto linfatico (linfomi).

Nell’orofaringe possono comparire alterazioni precancerose dette leucoplachia (macchia bianca) ed eritroplachia (macchia rossa). Si tratta di lesioni a potenziale rischio di trasformazione, In genere le lesioni bianche hanno minor rischio di evoluzione in un cancro (intorno al 5-10 per cento) rispetto a quelle rosse (fino al 70 per cento).

  1. Solo la biopsia, cioè il prelievo con esame istologico di una parte della lesione, permette di valutare l’entità del rischio di trasformazione tumorale ( displasia lieve, media o severa) ovvero la presenza di una lesione già neoplastica ( carcinoma in situ, carcinoma microinvasivo).
  2. I sintomi di un tumore maligno alla faringe o alla laringe sono spesso subdoli e non sempre specifici; variano a seconda della sede e dell’estensione della massa tumorale.
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Per esempio, i sintomi più frequenti dei tumori della laringe sono un abbassamento di voce immotivato e persistente (per più di due settimane) con variazione del timbro vocale, dolore (talvolta irradiato all’orecchio) e difficoltà nella deglutizione, oppure gonfiore dei linfonodi (adenopatia) del collo,

  • I tumori della base della lingua e dell’epiglottide danno una vaga sensazione persistente di corpo estraneo, a volte accompagnato da un dolore irradiato all’orecchio (otalgia riflessa), o si manifestano direttamente con l’ingrossamento dei linfonodi del collo.
  • Per tali motivi, mentre i tumori delle corde vocali sono in genere diagnosticati in fase iniziale, i tumori orofaringei sono diagnosticati in fase più avanzata, a causa di sintomi frequentemente trascurati dai pazienti (perché del tutto simili al consueto mal di gola o perché i linfonodi ingrossati sono interpretati come conseguenza di un’infiammazione delle vie aeree).

I disturbi più comuni provocati dai tumori che crescono nel nasofaringe sono sensazione di naso chiuso permanente, fuoriuscita di secrezioni e di sangue dal naso (epistassi), sensazione di orecchie tappate (per la chiusura della tuba di Eustachio). Questo tipo di tumore dà spesso metastasi ai linfonodi, che frequentemente rappresentano il primo segno clinico di malattia.

  • I tumori dell’ipofaringe, più rari dei primi due, si manifestano con difficoltà a deglutire ( disfagia ), talora associata ad alterazioni del timbro di voce, difficoltà respiratorie ( dispnea ) soprattutto nelle forme avanzate e otalgia riflessa.
  • Per ridurre il rischio di tumore delle vie aerodigestive superiore è raccomandabile non consumare tabacco in alcuna forma, limitare l’alcol e avere rapporti sessuali protetti,

Un esame del distretto orale e faringo-laringeo potrebbe essere particolarmente utile per tutti i soggetti di età superiore a 60 anni, fumatori e bevitori. È atteso che la vaccinazione contro il virus HPV consentirà in futuro di prevenire la maggior parte dei tumori HPV-correlati, inclusi i tumori dell’orofaringe.

In presenza di sintomi sospetti, l’esame più utile per la diagnosi dei tumori della faringe e della laringe è la laringoscopia, una procedura indolore che permette al medico di ispezionare la laringe e le corde vocali. Questo esame si esegue con un laringoscopio a fibre ottiche, che è dotato di illuminazione propria e viene introdotto in gola attraverso la cavità nasale (laringoscopio flessibile) e consente di valutare la funzione laringea (motilità delle corde vocali) e la eventuale presenza di ulcerazioni o masse faringee e laringee.

A integrazione della visita otorinolaringoiatrica in fibroscopia, è possibile ricorrere all’ endoscopia ad alta definizione in NBI (Narrow Band Imaging), un sistema innovativo di tecnologia ottica che enfatizza la vascolarizzazione della mucosa consentendo di identificare non solo le lesioni neoplastiche, ma anche quelle sospette.

  • Come per la maggior parte dei tumori, la probabilità di guarigione dipende dalla sede e dall’estensione della neoplasia e dalle condizioni generali di salute del paziente,
  • I tumori di faringe e laringe sono classificati in quattro stadi di gravità crescente.
  • Per la stadiazione (il processo che permette di assegnare uno stadio alla malattia) si utilizza il cosiddetto sistema TNM : il parametro T descrive la dimensione del tumore, il parametro N indica l’eventuale interessamento dei linfonodi e il parametro M fa riferimento alla presenza o meno di metastasi a distanza,

Le linee guida più recenti hanno introdotto una novità molto importante per i tumori dell’orofaringe: in virtù del forte valore prognostico positivo rappresentato dall’infezione con HPV, l’attuale classificazione distingue i tumori dell’orofaringe HPV-correlati da quelli non HPV-correlati.

  • Una neoplasia a rapida crescita può ostruire le vie aeree, impedendo al paziente di respirare e rendendo necessaria una tracheotomia, cioè l’apertura chirurgica delle vie aeree al di sotto dell’ostacolo, in genere a livello della parte iniziale della trachea.
  • Complessivamente la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è del 60 per cento circa, oscilla tra il 90-95 per cento nei pazienti con tumori limitati ed è del 20 per cento nei pazienti con tumori metastatici.

I tumori della laringe possono essere curati chirurgicamente con interventi che, nei tumori circoscritti, consentono la conservazione della funzione vocale, respiratoria e della deglutizione. Nei tumori allo stadio iniziale, l’asportazione della lesione può essere eseguita per via endoscopica, disponibile nei centri ad alta specializzazione.

  1. L’evoluzione delle tecniche chirurgiche degli ultimi anni ha consentito l’impiego di chirurgie conservative anche per lesioni di dimensioni maggiori, lasciando la laringectomia (ossia l’asportazione completa dell’organo, comprese le corde vocali) come ultima opzione.
  2. Anche in assenza di laringe e corde vocali è possibile tornare a parlare utilizzando tecniche alternative di emissione del suono ricorrendo a uno specifico addestramento (logoterapia) o all’impiego di speciali apparecchi (protesi fonatorie).

In alternativa all’intervento demolitivo, i protocolli di chemioradioterapia, i cosiddetti protocolli di preservazione d’organo, permettono di curare le neoplasie avanzate faringo-laringee senza ricorrere alla laringectomia. Alcuni tumori dell’orofaringe in fase molto iniziale possono essere trattati con chirurgia robotica.

  1. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, si ricorre alla radioterapia, a cui si associa la chemioterapia negli stadi più avanzati della malattia.
  2. I tumori nasofaringei si curano con la sola radioterapia nel caso di lesioni più piccole.
  3. L’associazione di chemioradioterapia è invece sempre raccomandata nelle fasi più avanzate e, in casi selezionati, può essere utilizzata anche la chemioterapia di induzione, che si esegue cioè prima del trattamento di chemioradioterapia.

La chirurgia nei tumori nasofaringei viene praticata solo in caso di recidive locali o di interventi sui linfonodi del collo, se non guariti con la chemioradioterapia. Viste le complessità delle scelte, sarebbe opportuno discutere sempre le opzioni di cura in un ambito multidisciplinare,

Da un punto di vista della radioterapia, lo standard terapeutico per tutti i tumori di testa e collo è la radioterapia a intensità modulata o IMRT e la sua evoluzione, la modulate arc therapy (VMAT) ; queste tecniche sembrano essere meglio tollerate e consentono di non danneggiare le strutture adiacenti.

È possibile che, in futuro, abbia un ruolo anche la radioterapia con particelle pesanti, come i protoni. Per le forme metastatiche, l’immunoterapia da sola o in combinazione con la chemioterapia è il trattamento di prima scelta nei tumori di faringe e laringe che esprimono la molecola bersaglio (PD-L1), mentre nei casi PD-L1 negativi l’associazione di cetuximab, farmaco biologico diretto contro il recettore EGFR, e chemioterapia rappresenta la terapia standard.

Sono al momento in fase di sperimentazione dei vaccini terapeutici contro HPV, Nei pazienti con carcinoma del nasofaringe, la chemioterapia è invece sempre la prima scelta, ma potrebbe essere sostituita in futuro dalla combinazione di immunoterapia e chemioterapia. Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.

: Tumore laringe faringe: sintomi, prevenzione, cause, diagnosi

Perché mi solletica la gola?

Il prurito alla gola è dato da una sensazione di prurigine e fastidio nell’area compresa tra la lingua e la faringe. Le ragioni di tale sintomo sono diverse: possono essere causate da allergie alimentari o respiratorie, da problemi di reflusso gastroesofageo (che crea bruciore e fastidio raggiungendo anche la gola), laringiti, faringiti, influenza e tonsilliti, oppure scottature dovute all’assunzione di bevande o cibi bollenti.

Che cosa è la disfagia?

Che cos’è la disfagia La disfagia è un termine medico che indica difficoltà a deglutire, il che significa che il processo l’atto della deglutizione richiede più tempo e sforzi. Questa condizione può manifestarsi a qualsiasi età, ma è più comune nella popolazione anziana.

Talvolta, la difficoltà a deglutire si verifica dopo aver mangiato troppo rapidamente o se non si è masticato accuratamente il cibo. Tuttavia, problemi di deglutizione persistenti possono essere indice di una condizione più grave. Esistono una serie di condizioni, fattori e malattie che contribuiscono a un disturbo della deglutizione.

Una delle cause più comuni è la (GERD).1 Il sintomo principale della disfagia è la sensazione di non essere in grado di deglutire o che il cibo rimanga bloccato in gola. Altri segni e sintomi associati alla disfagia includono: 2

Dolore durante la deglutizione Incapacità di deglutire Ipersecrezione salivare Raucedine Mal di gola Rigurgito Bruciore di stomaco frequente Reflusso dell’acido gastrico in gola Perdita di peso Conati di vomito o tosse durante la deglutizione

La disfagia può rendere difficile mantenere livelli nutrizionali e di idratazione adeguati e può anche indicare una condizione sottostante più grave, come la Altri rischi associati alla disfagia comprendono un aumento del rischio di infezioni polmonari, difficoltà di aspirazione e polmonite. Sebbene la disfagia possa essere attribuita a diverse cause, una delle più comuni è il reflusso acido cronico causato dalla malattia da reflusso gastroesofageo (GERD).1 La GERD è una malattia digestiva comune caratterizzata da reflusso acido cronico, che si verifica quando l’acido dello stomaco rifluisce nell’esofago.2 1 Bollschweiler E, Knoppe K, Wolfgarten E, Hölscher AH.

  1. Prevalence of dysphagia in patients with gastroesophageal reflux in Germany.
  2. Dysphagia.2008;23(2):172-176.
  3. Doi:10.1007/s00455-007-9120-5 2 Vaezi M, Zehrai A, Yuksel E, Testing for refractory gastroesophageal reflux disease, ASGE Leading Edge, 2012 Vol 2, No 2, 1-13, American Society Gastroenterology Endoscopy, Page 1 I contenuti di questa pagina sono esclusivamente ad uso informativo e in nessun caso devono sostituire il parere, la diagnosi o il trattamento prescritti dal proprio medico curante.

La risposta allo stesso trattamento può variare da un paziente all’altro. Consultatevi sempre con il vostro medico su qualunque informazione relativa a diagnosi e trattamenti ed attenetevi scrupolosamente alle sue indicazioni. : Che cos’è la disfagia

Quali sono i cibi da evitare per il reflusso gastroesofageo?

La dieta del ‘semaforo’: cosa mangiare e cosa evitare – Se è vero che non esistono cibi categoricamente cattivi e da evitare e che ogni paziente viene valutato personalmente dal medico, è vero anche che alcuni alimenti possono essere tendenzialmente più dannosi per chi soffre di reflusso gastroesofageo.

rosso : cibi molto grassi, ad esempio i fritti, che appesantiscono e sono difficili da digerire, e quelli acidi, quindi ad esempio agrumi, aceto e caffè, che avendo un’azione legata al rilassamento della muscolatura dello sfintere esofageo favoriscono il reflusso verso l’alto del materiale gastrico. Per quanto riguarda, le cotture, è bene preferire quelle leggere e prive di intingoli e spezie che aumentano l’acidità, quindi è consigliata la cottura al vapore, al cartoccio o alla piastra; arancione : cioccolato in piccole quantità, latticini (meglio se freschi e magri, come ad esempio la ricotta), uova purché non fritte; verde e via libera a verdure crude e cotte, cibi integrali, carni bianche evitando maiale e agnello, pomodori, meglio se cotti.

Come riconoscere il muco da reflusso?

Reflusso gastro-esofageo: cosa bisogna sapere – Esistono vari aspetti che devono essere conosciuti se si vuole spiegare il meccanismo attraverso il quale il reflusso acido può rendersi responsabile della tosse e dei vari sintomi che spesso ad essa si accompagnano.

La tosse provocata dal reflusso acido può essere secca (anche insistente) o produttiva (catarrale), in funzione di quale meccanismo fisiopatologico, tra quelli sotto-descritti, si rende responsabile della sua comparsa. Spesso alla tosse, secca o produttiva che sia, si associa una sensazione di dolore/bruciore allo stomaco, spesso riferita alla bocca dello stomaco o dietro lo sterno, indicata con il termine pirosi (bruciore di stomaco). La pirosi, tuttavia, non è costante in presenza di reflusso gastro-esofageo e spesso può mancare. La presenza di pirosi persistente è spesso dichiarativa di una condizione di cronica infiammazione dell’esofago indicata con il termine esofagite, e si presenta con una sintomatologia dolorosa riferita al torace e, in particolar modo, a sede retro-sternale, che può simulare un infarto del miocardio (toracoalgia « non cardiogena »). Talora la tosse è il risultato di un meccanismo indiretto legato alla comparsa di un’ iperreattività bronchiale aspecifica (I.B.A.) o di un asma bronchiale riflesso pre-clinico (tosse come equivalente asmatico favorito dal reflusso) (vedi  » Asma e reflusso gastro-esofageo: i consigli dello pneumologo  » –  » BPCO riacutizzata e reflusso gastro-esofageo: i consigli dello pneumologo « ). Altre volte la tosse è secondaria a un’irritazione laringo-tracheale diretta, secondaria all’aspirazione nelle vie aeree del succo acido proveniente dallo stomaco. L’aspirazione del succo gastrico nelle vie aeree può qualche volta rendersi responsabile di polmoniti e broncopolmoniti recidivanti con un meccanismo « ab-ingestis » (vedi  » Polmonite che non guarisce e polmonite che si ripete: i consigli dello pneumologo « ). La persistenza per lungo tempo di un reflusso gastro-laringeo, con presenza di tosse spesso secca che non trova spiegazione, può comportare la comparsa, nel tempo, di fibrosi polmonare interstiziale (ab-ingestis) come conseguenza estrema dell’aspirazione nelle vie aeree sotto-glottiche (al di sotto del piano delle corde vocali) del secreto acido proveniente dall’ambiente gastrico. In questo caso la fibrosi interstiziale del polmone può comparire dopo anni di reflusso gastro-esofageo, come conseguenza del prolungato contatto nel tempo tra succo acido e strutture anatomiche bronco-polmonari del polmone profondo. A questo livello, infatti, l’azione diretta sul polmone della secrezione cloro-peptica dello stomaco, attivando chimicamente ed enzimaticamente i fenomeni infiammatori che stimolano i neutrofili (globuli bianchi) ad attivare la produzione di tessuto fibroso (collagene) da parte di particolari cellule che lo producono (fibroblasti), provoca la comparsa di aree di tessuto fibroso nell’interstizio polmonare che, progredendo nel tempo, determina la malattia. Si è visto come la somministrazione di uno yogurt marcato con radioisotopi all’atto di coricarsi, consentiva, al risveglio, di documentare la presenza di tracce di tale sostanza nel tessuto polmonare profondo, confermando la possibilità che anche questo organo possa essere raggiunto, in qualche caso, dall’onda acida proveniente dallo stomaco. In qualche caso, come detto prima, la tosse provocata dalla presenza di reflusso compare in corso di somministrazione di farmaci teofillinici (aminofillina, teofillina, doxofillina, bamifillina, ecc.), prescritti ai pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), farmaci che favoriscono la broncodilatazione attraverso un aumento della quantità di AMP c (AMP ciclico) all’interno delle cellule, ma divengono al contempo responsabili di ridotta continenza del LES. Farmaci analoghi (sildenafil, vardenafil, ecc,) usati nel caso della disfunzione erettile (D.E.), provocano con meccanismo antifosfodiesterasico il rilascio del LES. Il reflusso, inoltre, può talora essere favorito dall’uso di cortisonici somministrati ai pazienti asmatici o con patologia respiratoria cronica. In caso di coinvolgimento anche ripetuto del laringe, con irritazione e infiammazione chimica che interessi, in modo particolare, le corde vocali (vedi anche  » Laringite acuta e cronica  » –  » Laringospasmo « ), alla tosse si può associare un sintomo, la disfonia (raucedine), che dimostra la presenza di una patologia infiammatoria da reflusso a carico di quest’organo, L’edema di Reinkecorrisponde a una condizione di edema (gonfiore) cronico delle corde vocali, al quale può associarsi il rischio di un successivo sviluppo di polipi delle stesse e di evoluzione tumorale, anticipata talvolta dalla possibile presenza di precancerosi (lesioni leucoplasiche). « Raclage ». E’ il termine con il quale si indica la necessità che spesso hanno questi pazienti di « raschiare » ripetutamente la gola, cercando di liberarsi da ciò che definiscono un « senso di ostruzione » o  » una secrezione appiccicosa » che avvertono a livello faringeo, che gli richiede talora la necessità di tossire per eliminare una fastidiosa sensazione di « catarrino » che qualche volta ne modifica la voce e la rende rauca. Il reiterato raschiamento della gola con deglutizioni ripetute e frequenti diviene probabilmente causa di introduzione nello stomaco di una grande quantità di aria che alimenta l’aerofagia, la dispepsia (difficoltà digestiva) e le eruttazioni spesso lamentate da questi pazienti. Spesso nel caso di pazienti con patologia da reflusso che presentino una tosse produttiva, vi è la presenza di una secrezione mucosa densa e abbondante, con intensa presenza di catarro prodotto in risposta all’irritazione cronica del laringe e del faringe da parte del refluito acido. Non è infrequente anche la presenza di scialorrea, termine con il quale viene indicata la presenza di un’abbondate produzione di saliva, probabilmente da considerare come un vero e proprio meccanismo di difesa utile a lavar via dalle pareti faringee il succo acido risalito. Un altro sintomo che può fare la sua comparsa nei pazienti con MRGE è la faringodinia (dolore alla gola), secondaria all’irritazione del faringe da parte del succo acido dello stomaco. A questa spesso si associa una sensazione di gola « appiccicata » o « incollata », con pareti del faringe percepite come « rugose » in conseguenza dello stato infiammatorio persistente. Le pareti faringee, come d’altronde i tessuti laringei, sono molto più sensibili all’azione irritante del succo gastrico rispetto alla mucosa esofagea, e in queste due sedi il reflusso acido notturno tende a permanere per più ore rispetto al più breve contatto (semplice transito) con la mucosa esofagea. Questo spiega la possibilità di trovare pazienti con reflusso gastro-esofageo che presentano sintomi riferibili all’irritazione laringea e faringea, in assenza di pirosi. Le faringiti generate attraverso questo meccanismo sono molto più frequenti di quello che si creda ed è per questo che, in questi casi, non si ha risposta alle terapie antibiotiche che vengono instaurate per curarne una supposta origine infettiva. Spesso la tosse può comparire nel corso della notte, momento in cui la particolare posizione coricata può favorire il reflusso con relativa progressione fino al laringe e comparsa di tosse secca improvvisa e insistente con sensazione di soffocamento (sindrome asfittica) che risveglia e spaventa il paziente. In alcuni casi è possibile la comparsa di tosse in presenza di una sindrome da scolo retro-nasale (postnasal drip), che può simulare una sindrome rino-bronchiale o una sindrome sinuso-bronchiale, in questo caso in assenza dei segni che documentino il reale interessamento infettivo-infiammatorio dei seni paranasali del quale, tuttavia, il paziente è spesso erroneamente convinto (vedi  » Sinusite acuta e cronica « ). Tale condizione è provocata dalla cronica irritazione della mucosa nasale e rino-faringea nel caso in cui il reflusso acido invada, specie nel corso della notte, anche le parte posteriore delle fosse nasali.

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Chi cura il reflusso laringo faringeo?

Reflusso faringolaringeo: i sintomi – «Il reflusso faringolaringeo si manifesta con alcuni sintomi aspecifici in genere considerati atipici nel reflusso gastroesofageo. Spesso il paziente riferisce la presenza di bruciore o dolore retrosternale, che non viene identificato come bruciore allo stomaco, a volte associato a tosse secca e stizzosa specie dopo i pasti.

In molti casi possono essere presenti disfonia, con abbassamenti della voce, sintomi riferiti alla gola come mal di gola, bruciore o sensazione di corpo estraneo faringeo e produzione di muco spesso e abbondante. Con frequenza inferiore, possono comparire anche infezioni alle orecchie, rinite e laringospasmo.

Poiché ci troviamo davanti ad una sintomatologia aspecifica, con sintomi comuni non solo alle patologie infiammatorie ma talvolta anche a patologie tumorali, in presenza di questi disturbi è bene rivolgersi all’ otorinolaringoiatra, Lo specialista, dopo una accurata anamnesi eseguirà un esame obiettivo con fibrolaringoscopia, un esame diagnostico che per mezzo di una piccola telecamera a fibre ottiche permetterà di visualizzare tutte le vie aerodigestive superiori ed osservare eventualmente i segni di reflusso escludendo la presenza di eventuali altre patologie.

Cosa significa venire un groppo in gola?

gróppo in Vocabolario groppo gróppo (o gròppo ) s.m. – 1.a. Viluppo, groviglio, nodo intricato: fare groppo, di filo, corda o altro che s’avviluppi; Di sé e d’un cespuglio fece un g, (Dante); Groppo di nubi rapide su’ venti (Carducci); fig., dubbio, difficoltà: e ‘l groppo solvi (Dante).

In usi region. è sinon. di nodo anche nel sign. proprio e generico, ma è di uso com. nelle locuz. fare g. in gola, avere un g. alla gola, avvertire una sensazione di costrizione faringea tale da ostacolare la deglutizione, per commozione, paura, angoscia, o per altro stato fortemente emotivo; analogam., un g.

di tosse, un g. di pianto, e sim.b. ant. Gruppo di persone.2. In meteorologia, groppo di vènti, o assol. groppo, perturbazione della durata di pochi minuti, consistente nell’improvviso destarsi di venti con mutevole intensità e direzione, accompagnati da forti acquazzoni e turbini di grandine o di neve; tali perturbazioni si formano generalmente lungo le superfici di discontinuità tra masse d’aria di provenienza e temperatura diverse, e procedono secondo una linea, estesa anche per centinaia di chilometri, detta linea dei groppi,

Quando il cibo non va giù?

Acalasia, quando l’esofago non fa scendere il cibo nello stomaco L’acalasia è una contrazione anomala alla base di un fastidio che non va trascurato: «Provoca una dilatazione dell’esofago e uno stato di infiammazione cronica che può favorire conseguenze ancor più gravi», spiega il professor Alessandro Repici. Acalasia: l’ esofago si contrae in maniera anomala e il cibo scende a fatica nello stomaco provocando una forte sensazione di fastidio,

  • Quando succede di frequente e quando al fastidio si associa il dolore al torace potrebbe proprio trattarsi di acalasia esofagea, un raro disturbo della motilità dell’esofago.
  • «Perché l’esofago è come un tubo rivestito di muscolo che parte dalla bocca e raggiunge lo stomaco – spiega il professor, responsabile dei Servizi di Endoscopia digestiva della Clinica Fornaca, direttore di Endoscopia dell’Istituto clinico Humanitas di Milano e docente di Gastroenterologia alla Humanitas University -.

È quando il muscolo esofageo si contrae in maniera anomala nella sua parte terminale che possiamo parlare di acalasia».

Cosa fare per rilassare i muscoli della gola?

2. Warm-up per laringe e corde vocali – Imita il suono della zanzara ( » Zzzzzz « ) e toccati la gola con un dito, per sentire la vibrazione, Più sei sciolto più sentirai la gola vibrare. Trova il punto in cui la vibrazione è più consistente, con le labbra leggermente dischiuse,

Come capire se il mal di gola e da reflusso?

Muco in gola da reflusso Chi ne soffre riporta la sensazione di muco, o catarro, costante in gola, che non passa nemmeno raschiando la gola ripetutamente. La spiacevole sensazione di ostruzione a livello faringeo passa solo con colpi di tosse ripetuti.